V Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

V Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

Vangelo di Giovanni 12, 20-33

“Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto… Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sarò io là sarà il mio servitore”

TAPPA: Terra in vista!
SIMBOLO: Remi

Speranza è… IMPEGNO

Sostiamo sul Vangelo con don Claudio Girardi

LA PASSIONE DEL SEME

La Passione del seme. È una passione fatta di acqua, di aria, di sole. È una passione fatta di tempo. L’anno scorso a catechismo per spiegare il brano del seminatore ai bambini di una classe abbiamo dato il classico bicchiere pieno di cotone, fagioli, da innaffiare. Una mamma mi raccontava la delusione e le lacrime disperate del figlioletto che la mattina successiva è corso in cucina e… “Mamma è ancora tutto uguale come ieri sera”.

Quante volte è proprio questa la triste ammissione che dobbiamo fare anche noi. E, a dire il vero, quello che più ci spaventa di certe croci è che non sappiamo quando finiranno…Quanto ancora? Quanto resta della notte?

È una passione fatta di terra. Anzi è una passione tutta sotto terra. Tutta nascosta, per la maggior parte del tempo. È una passione di cui nessuno si accorge. Possibile che nessuno si accorga che sto soffrendo? Possibile che nessuno veda il mio dolore? A dire il vero quello che rende terribili alcune croci è che nessuno se ne accorge. Possibile che nessuno si sia accorto che quell’uomo coperto di sangue e di sputi, con le ossa slogate e vestito da re per scherzo fosse Dio Salvatore e Signore dell’Universo? Una passione nascosta. È una passione che spacca. È proprio del seme poter dar vita ad una spiga. A condizione di diventare Lui stesso qualcos’altro. E per un momento il seme si spacca, esplode, diviene irriconoscibile nella sua trasformazione. C’è una forza dirompente racchiusa nel seme, c’è una fecondità che si sviluppa non indipendentemente dal seme stesso; eppure il seme deve sparire. Quanta fatica in quei momenti di cambiamento, di trasformazione, quando non capiamo niente di noi stessi, niente degli altri, niente dei figli, niente del mondo che ci circonda. Gesù ci annuncia che questi momenti sono i più ricchi, i più fecondi, i più produttivi della nostra vita.

Facciamo nostre qualche volta le forti grida e le lacrime di cui ci parla la Lettera agli Ebrei che abbiamo letto nella seconda lettura. E pensando alla morte di Gesù, ci viene da dire che il Padre non lo ha esaudito.

Cosa significa esaudire una preghiera del genere? Significa in primo luogo comprendere il significato della croce nella mia vita. Significa comprenderla come una parte integrante del cammino. Poi significa, in secondo luogo, accettarla, accoglierla. Mi colpisce molto, da quando sono a Marcon, l’immagine della Madonna che c’è qua in chiesa. Mi colpisce quell’immagine del Bambino Gesù che abbraccia la croce.

Anche noi gridiamo, come quel gruppo di greci di cui si parlava nel Vangelo: “Vogliamo vedere Gesù. Siamo arrivati da lontano. Siamo stanchi, un po’ delusi della vita. Delusi di una fede che ci ha dato più impegni che gioie, più doveri che amore. Adesso basta. Vogliamo vedere Gesù. Vogliamo incontrarlo, vogliamo stare con Lui, vogliamo che sia Lui a mostrarci la strada, a farci riposare quando siamo stanchi e non possiamo più andare avanti”.

Ma a noi è chiesto di essere come Filippo. Ci è chiesto di prendere qualcuno per mano e di accompagnarlo da Gesù. Offrirlo con coraggio, senza “rispetto umano” come si dice. Senza forzature ma con forza e decisione.

È un compito dei preti, certo, e delle suore. Ma è un compito di tutti i cristiani battezzati. Delle mamme di famiglia, degli allenatori delle squadre di calcio, delle nonne che tengono il bambino tutto il giorno perché i suoi genitori lavorano.

La sua Ora, l’Ora con la O maiuscola, l’Ora in cui Lui deve essere glorificato, adesso dipende da noi. Si è messo nelle nostre mani, nelle nostre vite, nelle nostre piccole quotidiane testimonianze.

Tanti fratelli, sorelle gridano “Vogliamo vedere Gesù”. È un grido muto, disperato, a volte inconsapevole. È il nostro turno.

(Con gli occhi fissi su Gesù – pp. 50-52)

Video riflessione

con don Luigi Ciotti – Fondatore e Presidente di “LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”

Con una sola voce…

SIAMO NATI LIBERI (cantata da SHILOH CHRISTIAN CHOIR)

Preghiamo

Fammi vivere

Liberami, o Signore,

dalla pigrizia che ho

e dalla paura che mi prende,

dal comodo compromesso

e dal facile disimpegno.

Aiutami, o Signore,

ad essere come non sono

e come vorresti che io fossi.

Non importa ciò che muore in me,

m’interessa ciò che nasce

insieme a te.

 

Aiutami, o Signore,

a prendere sul serio il tempo,

a rispettare la vita,

a conservare l’amore;

ho bisogno di te

per vivere come tu vuoi.

 

Donami, o Signore,

la tua forza per agire,

la costanza dell’impegno,

la gioia di una fede che cresce,

la speranza e l’abbandono fiducioso

al tuo amore.

Petru Maior (prelato greco-cattolico)

Sul grande schermo

IL SAPORE DELLA VITTORIA

La vita è una sfida continua. Non vale la pena gettare la spugna. Ma come tutte le sfide richiede impegno e costanza per assaporare i frutti.

CIELO D’OTTOBRE

Anche quando tutto sembra remare contro, comprese le persone a cui vuoi bene, se quello per cui lotti è il tuo sogno non può morire.