Pala di Sant’Andrea Apostolo custodita nella sacrestia della chiesa parrocchiale.
(Da una ricerca di don Filippo Pusterla)
Il nome di questa villa (Bonisiolo) è variato nei tempi, in alcuni scritti viene chiamato Boniziolo, poi con il tempo Bonisiolo, come dimostra l’incisione sulla “lapide” posta dal comune di Casale per delimitarne il confine.
Da accertamenti geologici in questo territorio risulta che Bonisiolus possa derivare da Buon-suolo in quanto il terreno un tempo sommerso dalle acque adriatiche fu reso in gran parte coltivabile e fertile rimanendo in parte paludoso e boschivo.
Altri dicono che l’appellazione di Bonisiolus possa derivare da Boni-filius essendo un piccolo paese composto da pochi abitanti e brave persone.
Il toponimo Bonisiolo potrebbe derivare da BONUM-SOLUM e aver indicato un terreno fertile, adatto all’agricoltura, o reso tale dopo essere stato bonificato.
Potrebbe anche derivare dal nome medioevale BONUS o BONIUS e aver indicato le proprietà di un tale chiamato BONIO.
Da una ricerca storica fatta nel 1860 da don Filippo Pusterla, parroco di Bonisiolo dal 1847 al 1891, risulta che la villa di Bonisiolo sia assai antica, però non esistono documenti che possano provare la sua origine, tuttavia, si vuol credere che esistesse già all’epoca della città di Altino attorno alla metà del primo secolo dopo Cristo. Si dice che il Santo vescovo di Padova Prosdocimo Evangelizzatore, discepolo di San Pietro, attorno alla prima metà del primo secolo dopo Cristo abbia raggiunto Padova arrivando dal mare e proseguendo lungo il Sile (via principale di comunicazione dell’epoca), evangelizzando i gentili dei paesi bagnati dal fiume tra questi anche Bonisiolo. Si dice che durante il tragitto abbia contribuito a fondare a sud-ovest di Treviso, luogo attualmente chiamato “alla Gobba”, un sacello dedicato a Santa Sofia del quale rimaneva ancora testimonianza nel 1574. Questo territorio subì invasioni barbariche ed ariane e nel 647 le invasioni longobarde distrussero la città di Altino ed i profughi si rifugiarono alcuni nelle vicine isole della laguna e altri nei dintorni di Treviso. Il vescovo di Altino si trasferì a Torcello e allora il territorio a destra del Sile, che prima apparteneva a quella diocesi, fu attribuito alla giurisdizione del vescovo di Treviso e così la pieve di Casale prima soggetta ad Altino passò a Treviso con le sue Cappelle e quindi anche Bonisiolo che vi faceva parte. A quei tempi i pochi abitanti di Bonisiolo erano aggregati al popolato comune di Povegliano Altinate (Poggian-Pojan), attualmente il Colmello di Gaggio, e al vescovo di Torcello dove esisteva una chiesa dedicata a San Cassiano, lungo la riva destra del fiume Zero.
Bonisiolo come cappella nel 1152 era dote dei monaci Zeniani di Casier e poi dal 1524 al 1570 del sacro ordine militare dei Gerosolomitani di Malta.
Quindi veniva ceduta dal vescovo alle benedettine degli Angeli di Murano (che in Bonisiolo avevano un piccolo monastero o ospizio) con diritto di nominare il vicario della cura, il quale nel 1576 prendeva il nome di parroco. Nel 1656, soppresso il piccolo monastero, la parrocchia con tutti i fondi della cassa religiosa passava alla Comenda Cornaro in San Giovanni del Tempio di Treviso, restando così fino alla soppressione nel 1810.
I conti Mocenigo rivendicavano il diritto di patronato sulla parrocchia alla quale rinunciarono con una lettera al vescovo mons. Longhin il 7 febbraio 1915. Per tutto quel periodo di anni i parroci di Bonisiolo dovevano andare alla chiesa di San Giovanni del Tempio (San Gaetano di Treviso) nella festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno, per compiere atto di sottomissione ai Commendatari. (nota d’archivio Curia Vescovile)
La chiesa parrocchiale porta da sempre il titolo di Sant’Andrea Apostolo ed è di origine molto antica, tuttavia in archivio non si trovano documenti che provano la data certa di fondazione, esistono però due epigrafi con scritto:
“15 marzo 1490 S. Vendramino capo de Vila E. S. capo de chiesa de Bonisiol
A fato far la capela e la metà de la dita Gesia”.
La seconda molto logora e poco leggibile si interpreta così:
“5 agosto 1502 Domenico del Bene e Matteo Gardin muratori e massari hanno ingrandito la chiesa
inglobando il campanile perché costruito senza fondamenta”.
Don Filippo Pusterla nel 1859 collocò sopra la porta maggiore della chiesa una lapide incisa da Granzotto Silvestro di Treviso che riassume le due epigrafi precedentemente descritte.
“Questa ch. Parrocch. di S. Andrea Ap. di Bonisiolo fu eretta 15 marzo 1490
ampliata 5 agosto 1502
restaurata 28 febbraio 1858
consacrata 5 giugno 1859
da mons. Cav. Gio. Ant. Bar. di Farina
vescovo di Treviso
essendo parroco d. F. Pusterla di Venezia”.
La vecchia chiesa di Bonisiolo si trovava in condizioni insufficienti per il servizio religioso della popolazione e priva nello stesso tempo di linee artistiche, il parroco don Ferdinando Orti nel 1923 ha ideato un nuovo progetto di ampliamento che doveva consistere in una croce latina servendosi della vecchia chiesa come braccio trasversale.
Il progetto non fu mai del tutto realizzato nemmeno dai successivi parroci (don Attilio Semenzato nel 1929 e don Paolo Fabris nel 1935).
Nel 1938 il nuovo parroco don Gildo Menegazzo dopo attento esame della situazione e dopo aver chiesto consiglio a confratelli e superiori, prese la decisione di abbandonare il vecchio progetto, di trasformare la parte nuova esistente in coro e sacrestie, costruendo ex nuovo la navata portandosi verso la strada.
Il progetto venne affidato all’architetto Achille Vettorazzo di Sambughè di Preganziol, il quale capita l’idea e prendendo il tema dal disegno della parte già costruita, ne elaborò uno di nuovo e geniale che ha incontrato non solo la piena approvazione da parte della Commissione Arte Sacra di Treviso ma anche di tutta la popolazione.
Tale progetto venne presentato nel gennaio 1940. Con tutti i capi famiglia furono concordati i piani per raccogliere i fondi necessari (facendo affidamento alla divina provvidenza e nella carità dei buoni parrocchiani).
Scoppiata la seconda guerra mondiale si attese qualche anno nella speranza che essa cessasse. Visto che le cose non andavano per il meglio e il materiale da costruzione aumentava sempre di più, il parroco su consiglio del vescovo e d’accordo con la popolazione decise di cominciare i lavori; la decisione venne presa nel Natale del 1943.
I parrocchiani accolsero con entusiasmo la notizia e sebbene trepidanti per la situazione dolorosa del momento si impegnarono a dare la loro manodopera gratis a turno e fare tutti i trasporti dei materiali necessari (mattoni, calce, sabbia).
Il 18 marzo 1954 la nuova chiesa fu consacrata dal vescovo di Treviso mons. Carraro.